CHE COSA FARE DEI RIFIUTI
Ovvero : che cosa dovrebbe fare la Provincia invece dell'inceneritore
Nell'articolo precedente abbiamo visto per quale ragione il secondo inceneritore è inutile (e dannoso). Sorge la domanda : che cosa fare allora per i rifiuti?
L'organico - La priorità assoluta è la raccolta dell'organico (gli avanzi di cucina). Non è tuttavia sufficiente (anche se necessario) disporre degli impianti di compostaggio (ed in provincia ne sono in via di realizzazione o autorizzazione ben tre). E' necessario in aggiunta organizzare il sistema di raccolta adattandolo alle diverse tipologie insediative ed abitative (aree urbane e aree rurali, condomini e villette sparse), riorganizzando cicli e modalità della raccolta stessa, mezzi di trasporto più opportuni, ecc. Tra l'altro la rimodulazione dei cicli di raccolta in funzione dell'organico permette una sostanziale invarianza dei costi di raccolta, riducendo invece gli altri costi, in quanto costa molto meno portare rifiuti al compostaggio che alle discariche o agli inceneritori. Se si tiene conto dei dati della figura 1, dove sono rappresentati il numero dei Comuni che effettuano la raccolta delle varie tipologie di rifiuti, si vede che l'organico è oggi raccolto da un numero esiguo, ed anche il verde è trascurato ancora da parecchi Comuni. Il verde è invece una componente essenziale del processo di compostaggio, perché deve essere mescolato all'organico in opportune proporzioni per ottenerne la densità ottimale. Non solo organico - La fig. 2 ci ricorda che i Comuni più efficienti nella raccolta differenziata ottengono ottimi risultati anche nella raccolta separata di altre frazioni. E' l'effetto traino che si è notato in tutte le esperienze realizzate : la riorganizzazione dei cicli, la maggiore consapevolezza e la partecipazione dei cittadini, le ottimizzazioni possibili, ne sono le principali motivazioni. Dove quindi si può migliorare ?
I cosiddetti ingombranti, che sono una frazione tipicamente pesante e che
vengono raccolti e separati nelle principali componenti in apposite
piazzole. Non tutti i Comuni lo fanno e soprattutto solo una piccola
percentuale di essi viene avviata al recupero. La maggior parte prende
ancora oggi la strada dello smaltimento. Tuttavia alcune esperienze di
avanguardia (ad esempio quella di Cittiglio e molte in provincia di Milano)
insegnano che è possibile recuperare e riutilizzare una percentuale molto
elevata di ingombranti.
Gli imballaggi - Sono spesso stati considerati, ed a ragione, il
cuore del problema dei rifiuti. La legge nazionale (il decreto Ronchi) vi ha
dedicato larga parte delle sue disposizioni. Molti imballaggi, nella forma
di bottiglie di vetro, contenitori di plastica, lattine di alluminio, carta
e cartone, sono raccolti separatamente. Ma una parte di essi sfugge ancora
alla raccolta differenziata e al riutilizzo. E' ancora insufficiente il
raccordo tra sistemi di raccolta e i Consorzi istituiti per legge e deputati
al recupero degli imballaggi, il CONAI ed i singoli consorzi cosiddetti di
filiera. Senza considerare poi gli spazi per iniziative concordate per
ridurre, anche su scala locale, l'entità degli imballaggi ricorrendo a
sistemi come il vuoto a rendere, la cauzione, il riutilizzo multiplo dello
stesso contenitore.
Elettrodomestici e componenti elettronici - E' difficile per
chiunque "disfarsi" di un elettrodomestico o un Personal Computer
non più utilizzabile. Il recupero è invece previsto per legge e
particolarmente raccomandabile, dato l'alto potere inquinante di alcuni
materiali impiegati nella loro fabbricazione.
Materiale da costruzione e demolizione - Possono dare utili
indicazioni esperienze d'avanguardia realizzate in provincia (ancora
Cittiglio) o, su scala più ampia, sperimentate nel programma VAMP,
coordinato dalla Regione Emilia e cofinanziato dall'Unione Europea come
progetto LIFE Ambiente.
I Rifiuti Urbani Pericolosi - I cosiddetti R.U.P. (pile, batterie, medicine, oli usati, siringhe, ecc.) oggetto di un innovativo accordo tra aziende d'igiene urbana, esercizi pubblici, farmacie e cittadini per organizzare appositi circuiti di raccolta. Anche questo progetto, denominato ZERO/RUP è cofinanziato dall'Unione Europea con un finanziamento LIFE.
Come farlo. Comuni e Consorzi intercomunali hanno dimostrato consapevolezza ed inventiva, i cittadini hanno partecipato disciplinatamente fugando facili luoghi comuni (gli italiani sono indisciplinati, all'estero invece…). Tuttavia un sensibile miglioramento dei risultati fin qui conseguiti non può essere fondato solo sulla spontaneità di tanti soggetti responsabili ed intraprendenti. Un sistema integrato di gestione dei rifiuti richiede la collaborazione e la partecipazione di tutti gli attori (v. fig.3). Alle modalità della raccolta differenziata devono corrispondere modalità di recupero e riciclaggio. In altre parole all'offerta di materiale recuperato deve corrispondere una domanda di riutilizzo e riciclaggio almeno equivalente, in quantità e qualità. Ancora una volta le proposte vengono dall'osservazione di quanto è già stato fatto in altri luoghi ed altri contesti :
Costituire una struttura pubblica dedicata : l'abbiamo chiamata spesso
Agenzia, altri l'hanno chiamata sportello. Si tratta di una struttura di
supporto tecnico-organizzativo ai Comuni, ai Consorzi, alle aziende di
raccolta, trasporto, recupero e riciclaggio dei rifiuti.
Favorire l'incontro di domanda e offerta dei materiali recuperati
con strumenti di "Borse telematiche". Recentemente sono stati
promossi da Unioncamere, un'altra esperienza di "Waste stock exchange"
è stata avviata dalla Provincia di Pavia. In generale consistono
nell'impiego delle moderne tecnologie di commercio elettronico per dare
certezza di incontro alla domanda e all'offerta.
Migliorare gli strumenti di misura del fenomeno rifiuti. Oggi l'Osservatorio provinciale non è altro che la pubblicazione dei dati inviati dai 141 Comuni sulla raccolta dei rifiuti. Manca qualunque dato sulla destinazione finale (recupero, riciclaggio, smaltimento), sulla provenienza dei rifiuti (domestica, industriale, commerciale, dagli esercizi pubblici, ecc.), sulla composizione qualitativa dei rifiuti che residuano dalla raccolta differenziata.
Perché tutto questo avvenga occorre che i tre attori principali, imprese (che producono le merci), consumatori (che trasformano le merci in rifiuti), amministrazioni pubbliche (che hanno il compito di gestire i rifiuti) condividano degli obiettivi ed un programma, coordinino i loro comportamenti e si assumano impegni coerenti e verificabili (ed eventualmente sanzionabili). Per questo abbiamo proposto, anche dalle pagine di Varese News, la costituzione di un tavolo di confronto e di concertazione, tra le rappresentanze dei tre soggetti, sulla scorta dei Forum praticati nelle esperienze di Agenda 21 locali (v. fig. 4).
In conclusione - Per ora nulla di tutto questo si è visto : la prospettiva del secondo inceneritore, prima di poter bruciare un solo etto di rifiuti, ha finora "bruciato" la possibilità di dar vita ad un moderno sistema integrato per la gestione dei rifiuti ispirato ai criteri della riduzione, riuso e riciclaggio.
Fulvio Fagiani
Coordinamento Varesino per la Gestione dei Rifiuti